Il caso
Tutto è iniziato il 9 agosto 2024, quando Gianni (nome di fantasia per tutelare la privacy del nostro cliente), titolare di un conto gioco su LeoVegas, ha richiesto la chiusura del suo conto e il prelievo del saldo residuo: la modica cifra di 156,00 euro. Secondo i Termini e Condizioni di LeoVegas, questa procedura sarebbe dovuta essere semplice e rapida, ma la realtà è stata ben diversa. Dopo l’iniziale richiesta di chiusura, Gianni si è trovato coinvolto in un processo frustrante, dove la piattaforma ha ripetutamente chiesto documenti che erano già stati forniti, ponendo barriere inutili e rifiutando di concludere la transazione.
Gianni ha cercato di collaborare nel miglior modo possibile. Ha inviato più volte i documenti richiesti, tra cui il suo documento di identità, la patente di guida, il passaporto, bollette di utenze con la sua residenza e un estratto del conto bancario. Nonostante ciò, LeoVegas ha continuato a respingere la validità dei documenti, chiedendo ulteriori verifiche e arrivando persino a suggerire l’utilizzo del sistema SPID per un’ulteriore conferma di identità.
L’assenza di una chiara spiegazione da parte della piattaforma e l’insistenza sulla procedura ripetitiva e non necessaria hanno lasciato Gianni esasperato, portandolo infine a cercare assistenza legale.
L’intervento dell’avvocato
Stanco dell’impasse, Gianni ha deciso di rivolgersi al nostro Studio Legale, noto per la sua competenza in questioni legali legate alle piattaforme di scommesse online. Lo Studio Maggiulli Alfieri ha immediatamente preso in mano il caso, analizzando le comunicazioni e le ripetute richieste effettuate da LeoVegas. Ho quindi inviato una diffida formale alla società, chiedendo la chiusura immediata del conto e il pagamento dei 156,00 euro dovuti al mio assistito, oltre a una segnalazione la questione all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), l’ autorità competente in materia di gioco a distanza in Italia.
Nel mio intervento, ho fatto leva sulla normativa ben precisa. Il contratto per la partecipazione al gioco a distanza, stipulato tra LeoVegas e il cliente, prevede che il cliente possa recedere in qualsiasi momento e che la piattaforma debba bonificare il saldo giacente entro 7 giorni dalla richiesta di prelievo. Inoltre, il mancato rispetto di questi termini prevede una penalità per la società di scommesse, proporzionata al danno subito dal giocatore.
La risoluzione del caso
Dopo la diffida formale e il reclamo presentato all’ADM, la piattaforma LeoVegas non ha avuto altra scelta che cedere. Nel giro di pochi giorni, il conto di Gianni è stato finalmente chiuso e il saldo di 156,00 euro è stato accreditato sul suo conto bancario, come richiesto. La vicenda si è conclusa con la piena soddisfazione del cliente, che ha potuto chiudere questo capitolo complicato, grazie all’assistenza legale ricevuta.
Lezioni apprese
Il caso di Gianni non è purtroppo un’eccezione. Sempre più giocatori si trovano ad affrontare difficoltà simili nel far valere i propri diritti su piattaforme di scommesse online. Le società di gioco, spesso con sede all’estero, possono sfruttare la complessità delle normative per ritardare o evitare pagamenti legittimi, costringendo i giocatori a lunghi processi burocratici. Tuttavia, come dimostra questo caso, la legge è dalla parte del consumatore, e chi decide di far valere i propri diritti può ottenere giustizia.
Avv. Andrea Maggiulli , che ha seguito il caso di Gianni, sottolinea: “Nessuno dovrebbe essere costretto a subito ostacoli ingiustificati per ottenere il proprio denaro. La legge italiana offre una protezione chiara ai giocatori, e con il giusto supporto legale è possibile ottenere una risoluzione rapida ed equa.”
Conclusioni
Gianni ha vinto la sua battaglia, grazie alla determinazione e all’assistenza legale ricevuta. Il suo caso è un promemoria per tutti coloro che giocano online: è fondamentale conoscere i propri diritti e non esitare a richiedere l’aiuto di un avvocato in caso di ingiustizie. La trasparenza e la correttezza devono essere la regola, non l’eccezione.